QUALE ACQUA BERE?
L’acqua dei nostri rubinetti cambia a seconda della provenienza: la sua composizione chimica varia perché nello stesso acquedotto possono confluire acque di provenienza diversa, raccolte sia da fonti sotterranee sia superficiali (come laghi e fiumi), nonché acque salmastre.
Ciò che determina la qualità dell’acqua è anche la rete degli acquedotti, che può presentare delle variabili in grado di influenzare in maniera importante che tipo di acqua giunge fino alle nostre case. Tubazioni vecchie e danneggiate, fenomeni di infiltrazione o corrosione che alterano le condutture incidono sull’acqua, alterandone le proprietà. Per questo è molto importante l’attività di verifica regolare delle strutture, effettuata dagli enti preposti al controllo.
L’acqua del rubinetto deve subire inoltre dei trattamenti per essere dichiarata potabile.
Ma in cosa consiste questo processo di potabilizzazione? Si tratta una sterilizzazione dell’acqua, che viene effettuata attraverso dei trattamenti chimici specifici, pensati per rendere l’acqua sicura per i consumatori.
Tra questi, il più comune è sicuramente il cloro, i cui residui danno un caratteristico sapore all’acqua, percepito solitamente come poco gradevole.
Accanto al cloro esistono altri tipi di trattamenti complementari come l’utilizzo di carbone attivo e di ozono, che non incidono sul sapore; in alcune zone montane dove l’acqua proviene da fonti di alta qualità viene impiegato anche il trattamento ai raggi ultravioletti, che non ne altera sapore e composizione.
I fattori che determinano il sapore finale dell’acqua che sgorga dal rubinetto sono quindi due:
L’acqua microfiltrata
L’acqua microfiltrata viene prodotta attraverso l’installazione di impianti domestici o pubblici (le “casette del Sindaco”) che processano l’acqua potabile proveniente dalla rete pubblica.
Tali impianti possono essere di due tipi:
è il metodo più semplice che generalmente sfrutta un sistema composto da due elementi filtranti per rimuovere le impurità. Il primo si occupa di trattenere i sedimenti di più grosse dimensioni (visibili anche a occhio nudo) grazie a maglie con larghezza di 10 micron. Il secondo ha invece una capacità di filtrazione compresa tra 0,2 e 0,5 micron e sfrutta l’azione dei carboni attivi per intrappolare il cloro e i suoi sottoprodotti responsabili del cattivo sapore.
questo metodo non filtra l’acqua ma bensì la separa dalle sostanze disciolte e in sospensione. L’acqua viene opportunamente prefiltrata per eliminare il cloro e i residui più grossolani poi, per effetto della pressione, passa da una sottile e porosa membrana osmotica. Tale elemento presenta fori con dimensioni di 1 milionesimo di millimetro in grado di trattenere la maggior parte delle sostanze, compresi metalli pesanti e sali minerali.
Infine può accadere che l’acqua microfiltrata risulti impoverita e, insieme ai sali minerali, perda parte delle sue qualità organolettiche.
L’acqua minerale in bottiglia
La legge italiana (con il decreto legislativo nº 176 dell’8 ottobre 2011 di attuazione della direttiva 2009/54/CE) stabilisce che possono essere definite “minerali” solamente le acque che presentano determinate caratteristiche:
ORIGINE PROTETTA: origine da falde sotterranee e sorgenti naturali e che possiedono caratteristiche igieniche favorevoli alla salute, in accordo con le direttive della Comunità Europea.
BATTERIOLOGICAMENTE PURA ALL’ORIGINE: purezza originaria e al riparo da ogni rischio di inquinamento.
IMBOTTIGLIATA COSÌ COME SGORGA ALLA SORGENTE: l’acqua minerale in bottiglia si differenzia dalle altre tipologie di acqua perché, secondo le norme vigenti, deve essere imbottigliata così come sgorga dalla sorgente in contenitori sterili, ed è vietato qualsiasi trattamento chimico che possa alterarla, esclusa la possibilità di addizionarla con anidride carbonica per renderla gassata. Ogni acqua minerale ha una sua identità e caratteristiche proprie che derivano dal territorio in cui si forma e sgorga.
ESENTE DA TRATTAMENTI: l’acqua minerale in bottiglia proviene da ambienti integri e protetti, ovvero non contaminati dalla presenza umana e per questo non subisce trattamenti di potabilizzazione: questo comporta un vantaggio in termini di sapore e odore, ma, ancor più importante, in termini di sicurezza alimentare , perché essa non conterrà residui o derivati degli sterilizzanti chimici usati nel processo di potabilizzazione. Deve inoltre essere imbottigliata vicino alla fonte, in modo da preservare intatte tutte le sue qualità.
QUALITÀ COSTANTE E CONTROLLATA: l’acqua minerale in bottiglia viene riconosciuta come tale dal Ministero della Sanità dopo una serie di analisi chimico, fisiche e batteriologiche che ne garantiscono la denominazione, la composizione, la purezza e la qualità. Tali caratteristiche devono mantenersi costanti nel tempo e a tale scopo l’acqua minerale in bottiglia è sottoposta a controlli innumerevoli e costanti da parte delle Autorità Sanitarie.
EFFETTI FAVOREVOLI SULLA SALUTE: le acque minerali, in base alle singole caratteristiche, possono essere riconosciute come indicate per le diete povere di sodio, favorire i processi digestivi, apportare calcio, sali minerali, microelementi, possono essere adatte alla preparazione degli alimenti dei lattanti ed avere effetti diuretici.
e con caratteristiche diverse,
che dipendono dal territorio e dal tipo di roccia delle zone in cui hanno origine.
Rocce e terreni hanno specifiche qualità geologiche, che donano all’acqua delle caratteristiche uniche. Durante il viaggio che compie nel suo lungo percorso sotterraneo, l’acqua acquisisce oligoelementi e sali minerali attraverso lo scambio con le rocce.
Ogni acqua minerale possiede proprietà uniche; in commercio esiste una varietà di acque molto ampia e ognuna presenta caratteristiche specifiche. Per tutte le acque minerali è d’obbligo per legge riportare la composizione chimico-fisica sull’etichetta: in questo modo il consumatore può verificare le caratteristiche della “sua” acqua e scegliere così il prodotto più adatto alle proprie esigenze.